Il marchio Paul Picot così come lo identifichiamo oggi, è piuttosto recente, se vogliamo, eppure..ha una sua storia :

...." nata come Maison dedicata alla gioielleria fin dagli anni 20, la Picot viene rilevata da Mario Boiocchi e il fratello Roberto, dallo zio Enrico, ereditando il nome di un famoso collezionista che aveva contribuito a realizzare il Marchio.
Nel 1974 in piena crisi "Quarzo"..nasce Paul Picot proprio negli anni in cui l’elettronica e il design futuristico, la facevano da padrone nel panorama orologiero.

La famiglia Boiocchi decise invece di mantenere uno stile classico, dove la meccanica doveva essere un elemento distintivo della Maison che si affacciò al mercato con orologi dai materiali preziosi e dalle meccaniche complicate, facendosi conoscere da subito da amanti e collezionisti.
Ma fu negli anni 80 che Paul Picot segnò il suo ingresso ufficiale nel mondo dell’orologeria con il modello "Mediterranée", un orologio sportivo con cassa di forma, dove la lunetta era fissata da piccole viti e incorniciava un vetro rotondo. ( In pochi anni ne furono venduti più di 10 mila esemplari.)

Dalla metà degli anni 80, il Marchio si affianca all’immagine vincente degli Off-Shore, ( motoscafi da corsa ) con cui si fece conoscere in tutto il mondo almeno fino al 1993, poi, nel 1987 nasce la collezione che diventerà un best seller per il Marchio: il Plongeur N.1, un subacqueo che resiste fino alla pressione di 300 metri.con cui la Maison intraprese la difficile strada degli orologi sportivi, dando alla luce linee come il “Le Chronographe“, gli “U-Boot” e i “Telemeter“.

Gli anni 90 segnano un grande passo per Paul Picot, che inaugura una nuova fabbrica in Svizzera a Le Noirmont, nel Giura Svizzero, dando il via ad una distribuzione a livello mondiale della collezione di ultrapiatti Atelier. ( Nel 1991 Paul Picot vince il premio “orologio dell’anno con “Le Chronographe“.)
Da questo momento Paul Picot si concentrerà su orologi complicati, creando un esclusiva mondiale con il Paul Picot Technicum, il primo orologio che offre un cronografo rattrapante con riserva di carica e doppia data con certificazione di cronometria del COSC.
Presto si affiancheranno altre complicazioni come la ripetizione minuti per la collezione Atelier.
Nel 1997 nasce il Chrono Sport Racing, l’unico orologio a poter sfruttare il Marchio dell’Autodromo di Monza, in occasione del 75° anniversario.
Nel 2005 nasce il Technograph, un innovativo cronografo che offre una particolare visione delle informazioni, tramite 2 quadranti sovrapposti.
Nel 2007 la LINEA Atelier, riceve un restyling che ha richiesto 2 anni di lavoro, ma che ha ricevuto apprezzamenti in 36 paesi, in particolare Italia e Medio Oriente, aumentando le dimensioni fino a 42 mm. e introducendo modelli dotati di affissione a regolatore turbillon e scheletrati."

Spero di non avervi annoiato troppo, ma era già da tempo che aspettavo una opportunità per parlare di questo marchio che apprezzo e che spesso vedo un po' "trascurato" e/o , forse, erroneamente snobbato!

è stato uno dei primi nomi che ho apprezzato da ragazzino per via di un modello che mi sembrava particolare nel recupero di linea e suggestione anni '30/'40, con anse incernierate come pendenti, meccanismo a carica manuale (crono lemania), quadrante in smalto...modelli che andavano di moda a metà anni '80 per le "nuove" linee classiche,
non so se il marchio si sia distinto anche per questo ma, all'epoca (circa 1985) il 4888...a me piaceva parecchio

e ricordo che mi interessai tanto da chiamare il concessionario per sapere quanto costasse...1.460.000 lire

piccole cose che mi hanno poi spinto ad iniziare questo hobby

Li ho sempre apprezzati! ... A seguire una piccola parade indicativa dei modelli in mio possesso

Grazie per questo post ! Anche io ho da mostrare questo :


Devo entrare nel personale ma e´ il regalo di mia moglie quando ho finito gli studi e ci siamo fidanzati ( anno 1984) ; non so dire molto di questo orologio ma chiaramente e´il piu´prezioso in mio possesso ! L´ho fatto revisionare penso 3 volte in tutto , mai dato problemi , naturamente l´ho indossato con cura ma non di rado e sembra ancora nuovo , fantastico!

@ Fabrizio1960
Comprendo che ha un enorme valore sentimentale..(e come potrebbe essere diversamente?? ) ma è anche oggettivamente un gran bell'orologio !

Una maison che mi sempre colpito ed attratto. Ho avuto un Telemeter, che poi ho venduto e me ne pento ancora amaramente. Chissà, magari tra qualche tempo, mi verrà voglia di comprare un Paul Picot.

Qualità costruttiva senza se e senza ma. Cura nei dettagli. Questo è il loro must

Interessante storia. Grazie Domenico

Grazie a tutti per l'interesse !